Il castello si trova a circa 542 m. s.l.m. sul margine occidentale di un colle, nel comune di Genzano di Lucania, che domina un vasto paesaggio collinare, delimitato ad est dall'Alta Murgia. Edificato, probabilmente sui resti di un'antica villa romana (scavi effettuati sul versante occidentale della collina hanno portato alla luce resti di un insediamento e di una necropoli preromana), rappresenta, per le fasi costruttive che lo caratterizzano, un interessante esempio di architettura medievale in Basilicata. Edificato nell'XI secolo, il vasto territorio collinare dominato dal castello, era originariamente coperto da ampie zone boschive e a distanza relativamente breve dall’asse viario della via Appia. Il castello, nacque con i Normanni come baluardo difensivo dell’abitato, nella fase in cui l’incremento demografico e l’espansione urbana del borgo altomedievale resero necessari l’ampliamento della cinta difensiva e la definizione del nuovo perimetro fortificato. Già nella prima metà del XIII sec. Monteserico perde la sua connotazione strettamente militare per assumere la dimensione di ”Domus”, prevalentemente legata allo sfruttamento delle risorse agricole del ricco territorio circostante, diventando uno dei capisaldi della struttura amministrativa del Demanio Regio di Federico II, organizzato per l’allevamento dei cavalli e la produzione di granaglie. Tale modello viene successivamente adottato anche dagli Angioini e, ulteriormente potenziato, dagli Aragonesi.
La grande peste del 1348-52 e le pandemie successive determinarono il graduale spopolamento dell’abitato fino alla sua totale scomparsa intorno al 1430. Il castello, che risulta ormai un elemento isolato alla sommità della collina, subisce una radicale ristrutturazione con il rafforzamento della cortina muraria e la realizzazione del contrafforte a scarpa e della rampa di accesso. Il castello di Monteserico appartiene, nei secoli successivi, a diversi feudatari e alla fine degli anni ’80 la proprietà viene acquisita dal Comune di Genzano di Lucania. L’edificio è stato oggetto di un lungo e delicato intervento di recupero e restauro nell’ambito del piano strategico territoriale di valorizzazione del patrimonio culturale regionale, che prevede il completamento del sistema dei castelli della Basilicata.
Chi percorre le strade secondaria di Puglia e Basilicata si imbatte spesso in case abbandonate o villaggi fantasma. Spesso si tratta di una eredità della Riforma Fondiaria che, negli anni 50, ha segnato profondamente il territorio delle zone rurali sparse tra le due regioni. Si è trattato di un grandioso progetto (fallito dopo pochi anni) di esproprio e redistribuzione dei latifondi, con la creazione di piccole proprietà e relative casa colonica in cui si sarebbe insediata una nuova classe di piccoli proprietari terrieri. In alcuni casi vennero costruiti veri e propri borghi, come quello di Taccone e Santa Maria d'Irsi (completati nel 1958) che vedete nelle foto. Sono luoghi che possiedono un fascino particolare. Sono un monumento all'Italia del dopoguerra, alle sue speranze ed ai suoi fallimenti, che abbiamo conosciuto solo attraverso i racconti dei nostri genitori e dei nostri nonni.
Il Borgo Taccone si trova poco distante da Monte Serico. In seguito alla Riforma agraria, il borgo venne fondato sia come centro di servizio per le esigenze degli agricoltori residenti nelle varie case coloniche sparse nel territorio circostante, sia al fine di creare un insediamento rurale vero e proprio. Borgo Taccone infatti presentava le caratteristiche tipiche degli insediamenti agricoli, unite alle strutture amministrative consone ad un centro residenziale. Con l’arrivo dei vari assegnatari dei fondi agricoli, il borgo fu dotato di scuola elementare, ufficio postale, stazione dei carabinieri, ambulatorio, e stazione ferroviaria. Dopo un primo periodo di relativa espansione demografica, negli anni ’60 -’70 Borgo Taccone iniziò a svuotarsi e molti dei suoi abitanti lasciarono le case assegnate per emigrare altrove. Ad oggi sono poche le famiglie che risiedono stabilmente nel borgo.