Sono tanti i boschi e le foreste che incontriamo sul promontorio del Gargano, molti di questi boschi da millenni accolgono specie di uccelli e di mammiferi molto importanti e rare. I Boschi del Gargano servono anche alla produzione di legna, ma, soprattutto, sono bellissimi da percorrere a piedi. Tra gli alberi, è spesso possibile ascoltare tanto il tambureggiare del picchio quanto lo stridere della ghiandaia mentre, l’intricato sottobosco, è l’habitat ideale dello scricciolo (Troglodytes troglodytes) e della capinera (Sylvia atricapilla). Tra i mammiferi segnaliamo il moscardino, il riccio, la donnola, e il sempre più raro tasso (melogna), individuato solamente nelle località Fajarama, in prossimità delle piscine e Stignano, nelle vicinanze del Bosco Jancuglia. Le volpi sono invece diffuse un po’ dovunque. A poche centinaia di metri dal convento di San Matteo è presente una piccola zona posta tra i 700 e gli 800 m s.l.m., chiamata Fajarama, in cui è possibile trovare il faggio.
Con l’aumentare della quota, infatti, l’estate si fa meno arida grazie anche alle maggiori precipitazioni che, raggiungendo i circa 900 mm annui, consentono di rimpinguare le riserve idriche del terreno; le migliori condizioni edafiche (siamo a contatto dei suoli classificati come bruno forestali su terra rossa) costituiscono inoltre un ulteriore importante fattore nella distribuzione del faggio. L’analisi della vegetazione evidenzia la presenza di un consorzio misto di latifoglie dove, accanto al faggio, compaiono altre specie nemorali quali Carpinus betulus, Populus tremula, Corylus avellana, Acer neapolitanum, alcuni esemplari di Tylia plathiphillos e naturalmente, Quercus cerris, mentre il piano dominato rivela l’esistenza di elementi sia termofili che igrofili a seconda del grado di copertura delle chiome. Significativa la presenza delle felci, tra le quali le minuscole quanto aggraziate Asplenium trichomanes, Asplenium adiantum-nigrum, Ceterach officinarum e Polypodium interjectum. Tra le specie forestali, coltivate a scopo alimentare, il castagno è quello che vanta la maggiore diffusione.
Coltivato per la bontà dei suoi frutti, il castagno dopo un periodo di grave crisi imputabile alla diffusione del cancro corticale, sta vivendo una fase di ripresa in virtù del rinnovato interesse dei mercati per la varietà di maggior pregio, nonché per un significativo miglioramento della situazione fitosanitaria. Distribuito maggiormente nelle zone nord-occidentali, è presente con alcuni esemplari di ragguardevoli dimensioni nelle località Bosco Rosso e Zazzano. Mancano le conifere spontanee; laddove sono presenti, provengono da ripetuti rimboschimenti. Destinati alla produzione legnosa, (cedro e douglasia) e maggiormente alla protezione idrogeologica (pino nero, pino d’Aleppo, cipresso), questi boschetti si rinvengono principalmente in zona Zazzano, S. Loja, Coppa Ferrata, lungo la direttrice che collega Solagna a Monte Nero e sui versanti che sovrastano la Valle di Stignano.
Impostata su una estesa faglia transtensiva, la Valle di Stignano è la naturale porta d’ingresso per il visitatore che decida di guadagnare il Gargano passando da ovest. Punteggiata da oliveti e da una miriade di minuscole vigne che producevano fino a ieri, nella zona del Sambuchello, un bianco e frizzante vinello, la Valle di Stignano conserva un fascino particolare che si palesa in tutta la sua bellezza in aprile, quando le bianche fioriture di solitari ciliegi esplodono maestose ad annunciare la primavera e in autunno, allorchè le fronde dei sorbi si tingono di rosso quasi a regalare, idealmente, prima dell’imminente inverno gli ultimi tenui indizi di calore. E’ il termine del nostro viaggio, che partito dai dorati campi di grano si perde tra il folto della foresta, dove ieri sostavano e ancor oggi indugiano le greggi.
Con i suoi 11mila ettari di bosco, la Foresta Umbra costituisce il polmone verde del Parco Nazionale del Gargano. Dal punto di vista naturalistico, la Foresta è dominata dal faggio, con una rigogliosa vegetazione nel sottobosco. La fitta presenza degli alberi e la loro particolare altezza rendono la parte bassa del bosco molto cupa e ombrosa; caratteristica che ne spiega la denominazione. Per capire l’entità delle dimensioni basti pensare che il faggio più grande e più famoso è chiamato il Colosso della Foresta e arriva a 5 metri di circonferenza e 40m di altezza. Il tasso più anziano invece ha l’età di 700 anni ed è alto 18 metri. Estendendosi a circa 830 m di altitudine nel cuore del Gargano, la Foresta Umbra copre tutto il territorio dei comuni di Vico del Gargano, Monte Sant’Angelo, Vieste, Carpino e Peschici. Nel Centro Visite è possibile visitare un museo munito di raccolte dedicate alla fauna, alla flora e alle memorie del luogo e ci si può avvicinare ai daini che sono qui ospitati e protetti da un recinto. All’esterno è caratteristica la presenza della casa di un taglialegna, fedelmente ricostruita. Poco vicino, punto di visita obbligato è il piccolo “laghetto” della Foresta, il Cutino di Umbra, da cui partono i 14 sentieri che si inoltrano nei boschi, realizzati dalla Forestale, tutti percorribili a piedi. Lungo i percorsi sono presenti tabelle con tutte le indicazioni necessarie per avventurarsi nel bosco e sono contrassegnati da strisce gialle sui tronchi degli alberi per delimitare il sentiero. Per chi vuole fare una sosta e godere della bellezza naturalistica del luogo può sostare nelle aree pic-nic attrezzate nel territorio circostante il Centro Visite.
Attraversare Bosco Quarto è come fare un tuffo nella natura incontaminata: un’estensione di 8.000 ettari in cui dominano un esteso querceto a prevalenza di Cerro (Quercus cerris), maestosi Carpini bianchi e un rigoglioso sottobosco di agrifogli. Al suo interno si divincolano una serie di stradine sterrate, collegate ad aree pic-nic, ideali per facili percorsi in mountain bike o a piedi. Il bosco si estende nell’area tra Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo e Carpino, delimitato a sud ovest da Monte Calvo (1055m) e a nord-est da Monte Spigno (1008m). Ci si arriva dalla strada che da Monte Sant’Angelo scende verso Valle Carbonara in direzione San Giovanni Rotondo, dalla quale si stacca una strada sterrata che attraversa il bosco. Percorrendo i sentieri interni ci si trova immersi nella maestosità dei cerri, dei faggi e degli aceri dove riecheggiano i versi di diverse varietà di uccelli (Allocco, Picchio rosso maggiore, Picchio rosso mezzano, Picchio rosso minore, Picchio verde, Picchio muratore e Tordo bottaccio).