La Cripta del Peccato Originale è tra le chiese rupestri più rappresentative del territorio materano; il complesso pittorico che ne decora le pareti interne costituisce un'opera di elevato valore artistico.
Se ne trova traccia tra gli appunti dell'archeologo Domenico Ridola agli inizi del XX secolo e fu individuata nel 1963 da alcuni membri del circolo culturale 'La Scaletta' di Matera che seguivano le indicazioni relative ad una chiesa, quella dei 'Cento Santi', raccolte dalla voce di un pastore che l'aveva utilizzata come ricovero per se stesso e per i propri animali.
È situata lungo la parete della Gravina di Picciano e l'attuale denominazione di Cripta del Peccato Originale le deriva da una delle scene rappresentate dagli affreschi; in anni recenti è stata restaurata e resa accessibile ai visitatori grazie all'attività della Fondazione Zetema. Il restauro le ha restituito splendore mettendone in evidenza il valore artistico.
A causa della incuria derivata da un lungo periodo di abbandono, è difficile coglierne la struttura originaria, attualmente è composta da un solo vano che presenta tre nicchie absidali sulla parete sinistra. Il complesso pittorico che decora la parete di fondo raffigura episodi del vecchio testamento tratti dalla Genesi. Le nicchie absidali contengono le rappresentazioni di triarchie: la prima è dedicata agli apostoli San Pietro, Sant'Andrea e San Giovanni; la seconda alle Vergini, raffigura una Madonna con Bambino adorata da due figure femminili; infine nella terza sono ritratti gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
Le scene pittoriche sono impreziosite da fiori e altri elementi, tanto che l'ignoto artista che ha realizzato questi capolavori dell'arte rupestre è noto come 'il pittore dei fiori'.