Il Pulo di Altamura è la più grande dolina carsica dell'Alta Murgia. Si apre, a circa 477 m s.l.m., nell'altopiano murgiano a circa 6 chilometri a nord della città di Altamura.
Il perimetro, misurato sull'orlo della dolina, ha uno sviluppo lineare di circa 1800 m. Il diametro più lungo è di poco superiore ai 500 metri, mentre gli altri diametri non sono mai inferiori di 450 metri. Il dislivello oscilla tra i 70 e i 75 metri.
L'origine del Pulo di Altamura, così come quello di altre forme carsiche del territorio (come, ad esempio, il Pulicchio di Gravina, il Pulo di Molfetta, Gurio Lamanna, la Grave Tre Paduli) è spiegato da diversi autori con i meccanismi fisico-chimici propri del carsismo, ossia la doppia azione, meccanica e chimica, che l'acqua di pioggia esercita sulla massa rocciosa dei calcari delle Murge e del Gargano.
Il calcare di per sé è una roccia impermeabile, ma, se fortemente fratturata (come nel caso delle Murge), diventa altamente permeabile all'acqua di pioggia, consentendo a questa di infiltrarsi, di erodere fisicamente la roccia e anche di reagire chimicamente con questa.
Questo è il motivo per cui il territorio delle Murge risulta quasi dappertutto assai permeabile; ivi si nota l'assenza di corsi d'acqua superficiale, sostituiti dalle lame, molto diffuse nelle Murge, e la nota aridità della regione. Le lame sono solchi dovuti all'erosione della acque meteoriche e sono spesso confuse con i normali corsi d'acqua. Nelle lame l'acqua solo in piccola parte scorre in superficie, mentre per la restante parte si infiltra e scorre nel sottosuolo seguendo quasi la stessa direzione che avrebbe sul terreno.
Alla luce di quanto detto, il pulo di Altamura è il punto più basso di una vasta area di scolo delle acque piovane (bacino idrografico), la quale sopraggiunge attraverso le due lame, una a nord nord-est e una a nord-ovest
Il bacino idrografico del Pulo di Altamura risulta di dimensioni tali che è stato definito da Colamonico "una delle più ampie zone di assorbimento che si trovino in tutta la Puglia. La parte di acqua con recapito nel punto più basso ha generato, nel corso delle ere geologiche, il Pulo di Altamura, grazie ai due meccanismi di erosione meccanica e chimica, la prima agente maggiormente all'esterno e la seconda maggiormente all'interno (nel sottosuolo).
Degna di nota è anche l'osservazione di Carmelo Colamonico secondo cui la dolina si è allargata (e continua ad allargarsi) in direzione nord a spese della roccia tra le due lame.
Carmelo Colamonico, nel 1917, per la prima volta ipotizzò anche che una grotta preesistente (che fungeva anche da inghiottitoio) potesse essere crollata, dando vita alla dolina. In tal caso la dolina rientrerebbe nella categoria delle "doline da crollo".La forma determinata dal crollo della grotta avrebbe avuto in ogni caso dimensioni così piccole che sarebbe comunque necessario ricorrere all'azione erosiva dell'acqua per spiegarne l'origine.
Risulta importante l'osservazione dei fronti della dolina. In molte zone, le testate degli strati rocciosi che sporgono dalle pareti sembrano convergere a formare un blando sinclinale, a conferma dell'origine da crollo della dolina affermata da Colamonico. È molto probabile che il solco erosivo di NE, più di due milioni di anni fa, fosse in sotterraneo e che in corrispondenza del Pulo avesse il suo recapito finale in un inghiottitoio allargatosi via via in tal misura da annullare l'effetto arco delle rocce sovrastanti e collassare. La parete settentrionale del Pulo presenta più livelli di grotte e cunicoli, che possono definirsi cavità di interstrato.
Alla luce di nuove scoperte l'ipotesi che in diverse epoche il nostro pianeta sia stato raggiunto da corpi celesti con una frequenza molto più elevata di quanto asserito precedentemente dal mondo scientifico sembra conquistare molti adepti. Difatti se mentre l'origine carsica dei puli potrebbe spiegare la genesi del Pulo di Altamura ma nel caso del Pulicchio di Gravina lascia molto perplessi.
Il Pulicchio di Gravina è una dolina carsica situata in territorio di Gravina in Puglia, a circa 10 km a nord dell'abitato a 535 m s.l.m., in prossimità della SP 238. È una delle più grandi cavità carsiche della Puglia dopo il Pulo di Altamura e condivide il termine "pulo" con il Pulo di Altamura, il Pulo di Molfetta e il Pulicchio di Toritto. Si differenzia da questi ultimi per la lieve ripidità delle pareti e per l'assenza di grotte. Secondo la classificazione di Michele Gortani rientra nella categoria delle cosiddette "doline a ciotola", dal momento che il profilo segue una curva continua e il dislivello risulta circa 5 volte più piccolo del diametro.
È assai vicina ad altre due forme carsiche, ossia Gurio Lamanna e la grave Tre Paduli.
La dolina ha forma ovoidale, e risulta di forma regolare e pendenza quasi costante su tutti i fronti (come è possibile notare dalle curve di livello della cartina). Il diametro è massimo in corrispondenza della direzione NNW-SE ed è pari 530 metri, mentre risulta più larga nella parte nord (400 metri) che nella parte sud (360 metri). Ha uno sviluppo lineare di circa 1600 metri e un'estensione di circa 175000 metri quadrati. Ha un dislivello massimo di 87 metri e la parte più bassa ha quota 477,5 metri s.l.m. Pertanto, sebbene un po' più piccolo del Pulo di Altamura, risulta essere un po' più profondo di quest'ultimo