Il piccolo centro di Pomarico ha una forma allungata con il centro storico in posizione dominante sui torrenti che la circondano. La sommità é dominata dai ruderi di un vecchio castello mentre la parte più antica e abbandonata si trova sul versante a nord della collina. Camminare per questi vicoli abbandonati dà le stesse sensazioni di camminare per i Sassi di Matera quando erano in stato di completo abbandono.
Le chiese del centro storico, per quanto siano di rito romano-cattolico, mostrano segni architetturali di matrice bizantina. Le frane, comuni a tutto il territorio caratterizzato da formazioni marnoso-argillose della Fossa Bradanica, minacciano la piccola Pomarico e nuovi quartieri sono stati costruiti nelle adiacenze del Bosco Manferrara Soprano.
Antico centro abitato, talvolta erroneamente indicato con il toponimo di Castro Cicurio, è situato in linea d'aria 5 km a S del comune di Pomarico Nuovo (Matera). Posto a 400 m s.l.m., occupa la sommità pianeggiante di una collina, detta anche di S. Giacomo, alla sinistra del Basento e dista 23 km dalla pòlis greca di Metaponto. L'insediamento indigeno, risalente almeno alla seconda metà del VI sec. a.C., vide il suo maggior sviluppo tra il IV e il III sec. a.C. L'area di insediamento è costituita da uno spazio piriforme di c.a 330 m in senso N-S e di c.a 200 m in senso E-O, circondato da una cinta di mura, realizzata nella seconda metà del IV sec. a.C. a doppio paramento in lastre di arenaria locale con èmplekton, in cui ai tratti di cortina (oggi in parte franati) si alternano poderose torri quadrangolari.
Questa altura isolata, che consente una visibilità completa delle vallate circostanti, offrì nell'antichità le caratteristiche ottimali per un centro abitato, permettendo un facile controllo delle vie di penetrazione verso l'interno.
La scoperta più significativa è comunque costituita dall'evidenza di un piano urbanistico progettato in un unico momento. Questo almeno suggeriscono l'orientamento costante delle strutture, l'omogeneità della tecnica edilizia, e l'uniformità di dimensioni di strade e isolati. Sembra perciòlecito ipotizzare un intervento pubblico di notevole impegno e l'esistenza di un'autorità di rilievo, in grado di garantire la realizzazione dell'impianto stesso. Il numero di persone che occupavano lo spazio relativamente ridotto del pianoro, c.a 5 ha, poteva crescere comprendendo quello delle aree esterne alla cinta muraria, nelle quali possiamo immaginare piccoli nuclei sparsi, agglomerati ridotti o fattorie, come sembrano suggerire, p.es., alcuni rinvenimenti (òstraka) nella vicina località di Lama di Palio.
L'abitato, abbandonato nella seconda metà del III sec. a.C., vide una nuova occupazione, per ora documentata solo da una tomba e da materiale ceramico, in età medievale.