Miglionico

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Dopo aver lasciato Matera e preso la direzione per la Basentana, il primo paese che si incontra è Miglionico. Dopo essere passati nei pressi della Diga di San Giuliano, il paesaggio cambia e diventa più propriamente lucano. Boschetti e uliveti cominciano a prendere il posto delle colture cerealicole e la morfologia del territorio è più tormentata. Miglionico si presenta così su una collina, tra i fiumi Bradano e Basento con il suo maestoso castello chiamato del Malconsiglio, dovuto alla storica congiura dei baroni (1485) contro il re Ferdinando I di Napoli. L'edificio è imponente e visto dalla base della collina potrebbe apparire minaccioso. Fiancheggiato da torri quadrate e circolari, poste in cima all'edificio, l'ingresso attuale si trova a nord-est, mentre l'ingresso originale era rivolto a sud. Al piano superiore si trovano la sala del Malconsiglio, dove si svolse la cospirazione, e la stanza delle stelle o degli spiriti con un soffitto a forma di stella e scrigni dove erano conservati i tesori e i documenti più preziosi.

La chiesa madre di Santa Maria Maggiore custodisce preziose opere come lo splendido Polittico (1499) del maestro veneto Cima da Conegliano, composto da diciotto pannelli disposti in quattro ordini, con al centro una bellissima Vergine in Trono con Bambino e San Giovanni Battista, il Crocifisso di Padre Umile Da Petralia Soprana (1629), carico di pathos, al punto da essere utilizzato da Mel Gibson nel film The Passion, e il grande organo barocco, composto di 321 canne. La chiesa custodisce, inoltre, numerose pregevoli tele come la Madonna assunta in cielo del Tintoretto, la Madonna al tempio con i Santi del Guercino, la Madonna con Rosario di Girolamo Todisco e una Deposizione dalla croce realizzata da un allievo del lucano Antonio Stabile. Molto bello il portale (XIII) sovrastato da una Pietà scolpita da uno dei massimi scultori lucani, Altobello Persio. Poco distante dal centro si può ammirare la piccolissima chiesa della Santissima Trinità, all’interno completamente affrescata (metà XV secolo) da una sorprendente iconografia: nell’abside la Crocifissione fa da sfondo a Gabriele e all’Annunciazione, mentre sopra si riconosce la Trinità. A destra e a sinistra, poi, su due registri che dalla volta a botte scendono a terra, si possono apprezzare la Teoria di santi e sante. In basso a destra, la Trinità è rappresentata come un personaggio a tre teste. Molto belli sono anche gli affreschi conservati all’interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie, oltre ad una statua lignea raffigurante la Madonna delle Grazie (1786) dello scultore pugliese Arcangelo Spirdicchio e un piccolo organo seicentesco.