Lo Jazzo Tarantini, seppure in stato di abbandono dopo la fine della transumanza, è un ottimo esempio dell’architettura rurale in pietra a secco delle Murge utilizzato per l’allevamento ovino.
La costruzione si trova in una vasta area caratterizzata da ambienti di steppa e coltivi sul fianco di un lieve solco carsico, poco distante a Serra Cecibizzo, una pineta impiantata negli anni 80.
Gli jazzi appaiono come ampi recinti di forma rettangolare suddivisi in diverse porzioni da muri interni. Ai lati dell’ampio recinto si distinguono gli ambienti destinati a stalla (lamioni) e solitamente, dalla parte opposta, gli ambienti destinati ad abitazione dei lavoratori e ambienti per la lavorazione del latte. L’origine degli jazzi è da ricercarsi nella plurisecolare attività della transumanza. La pastorizia transumante era già diffusa all’epoca romana e si realizzava con una migrazione stagionale dei pastori e dei lavoratori addetti al settore della lavorazione del latte e della lana, con greggi e mandrie solitamente provenienti dall’Abruzzo.
Di particolare interesse è l’antico “vagno”, ossia una vasca in pietra, dotata di scalini, la quale veniva riempita d’acqua per lavare le pecore prima della tosatura