Canosa

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“Canusium” è stata una città importantissima in epoca romana ed ha una serie di siti storici archeologici da rimanere incantati. Il vasto patrimonio culturale, che si estende nel tempo e nello spazio, non si concentra in un’unica area archeologica, ma è sparso per la città, che si può girare ed esplorare in cerca dei punti più interessanti da scoprire.
Canosa si trova in quell’area della Puglia identificabile con l’antica Daunia, le cui tracce più significative sono gli Ipogei. Si tratta di costruzioni sepolcrali sotterranee, costituite da diverse camere e riservate alla nobiltà dei Dauni. Risalgono al IV secolo a.C. e conservano molto bene la struttura, ben solida, con decorazioni architettoniche e pittoriche raffinate.
Dell’età ellenistica, non rimangono monumenti ma reperti di grande rilevanza: sono i famosi vasi di Canosa, noti per le decorazioni pittoriche policrome, ritrovati in alcune aree sepolcrali, e adesso visibili nel museo di palazzo Sinesi, tappa irrinunciabile nella visita di Canosa, perché racchiude al suo interno i tesori provenienti dai siti soprattutto greci e romani. Del mondo romano a Canosa rimane moltissimo, e in particolare in questo caso si possono distinguere due aree archeologiche principali, il parco archeologico di San Leucio e quello di San Giovanni.

Il parco archeologico di San Leucio

Il parco si trova non molto distante dal centro abitato, sul colle di San Leucio ed è circondato da un paesaggio naturale e suggestivo, ricchissimo di ulivi.
Vi sono i resti della più grande basilica paleocristiana della Puglia, con mosaici pavimentali ancora oggi ben visibili. Risalente al VI secolo d.C., e per questo influenzata dallo stile Bizantino, la basilica è stata costruita riutilizzando l’impianto di un precedente tempio pagano dedicato a Minerva Atena Ilias, di età Ellenistica, di cui rimangono i capitelli conservati nell’Antiquarium del parco archeologico.
Oltre a questo tempio ve ne era un altro, dedicato a Giove Toro, costruito nel II secolo d.C. per celebrare la grandezza della città che aveva acquisito il nuovo status di Colonia, da Antonino Pio. Doveva essere un tempio periptero esastilo con un alto podio e di dimensioni monumentali e grandiose, ma rimangono poche tracce frammentarie.

L’area archeologica di San Giovanni

L’area di San Giovanni invece si trova nel centro della cittadina, e si riferisce particolarmente all’epoca romana e tardo antica. In particolare, vi si trovano i resti di un edificio del VI secolo noto come il battistero di San Giovanni e alcuni resti di due basiliche cristiane.
Si possono riconoscere all’interno dello stesso sito alcuni elementi della fase romana precedente, infatti, il battistero sorgeva dove passava l’antica via Traiana, delle quali rimangono alcune tracce, intorno alla quale si sviluppava un’area residenziale. Proprio lungo questa via è posto l’arco celebrativo di Traiano, a un unico fornice, oggi visibile nella struttura in laterizio, privo dell’originario rivestimento in marmo.

La via Traiana proseguiva al di fuori dell’area urbana, dove è possibile vedere quello che originariamente era un ponte romano, che permetteva il proseguimento della strada al di là del fiume Ofanto, ma il suo straordinario stato di conservazione non deve ingannare, perché la struttura è stata ricostruita nel medioevo e poi nel tempo ristrutturata, perché utilizzato come infrastruttura di passaggio fino al secolo scorso.

Centro di Canosa

Oltre ai due parchi archeologici principali vi sono altri monumenti sparsi, ma non meno importanti.
Nel pieno centro della città si trovano due complessi termali. Il primo detto delle Terme di Ferrara, era pubblico, risale II secolo d.C. e se ne conserva solo parte delle pareti in diversi stili opus vittatum, mixtum e reticolatum. Da queste terme proviene un mosaico a tessere bianche e nere che rappresenta una scena marina, esposto in piazza delle terme a Canosa. Le terme Lomuscium invece erano private si può osservare la loro struttura, composta da alcuni ambienti absidati.
È stata ritrovata anche una domus risalente al I secolo, con affreschi e decorazioni a mosaico che sono conservati a palazzo Sinesi.

La cattedrale di San Sabino

La facciata non è certamente medievale. E' frutto di uno dei tanti rimaneggiamenti cui questa chiesa è stata sottoposta. A lasciarsi ingannare dalla facciata, ci sarebbe da andarsene e cercare qualcosa che abbia almeno l’aria di medievale ma se si entra, e si arriva alla zona presbiteriale di San Sabino si scopre il cuore di questa antichissima chiesa, che risale, almeno per le fonti ufficiali, all’epoca del longobardi (VII-VIII) secolo. In realtà recenti lavori ne hanno retrodatato l’origine fino all’epoca giustinianea, alla quale risalirebbe almeno una delle cupole, che è stata ripulita dagli strati di intonaco.