La località di Altojanni non ha mai conosciuto in epoche antiche, la nascita di un centro urbano ma piuttosto tra l’VIII e il III secolo a.C. uno sfruttamento agricolo intensivo nelle campagne circostanti. Grandi centri come Timmari, Irsi e Sydyon (Gravina) favorivano la presenza di molte fattorie la cui produzione aveva uno sbocco economico.
Come per molte contrade del Sud, con la sconfitta di Annibale (201 a.C.) l’assetto economico subì un radicale mutamento. Roma non era tenera con chi l’avesse tradita o osteggiata: le fattorie scomparvero e i centri urbani decaddero. Verso la fine dell’XI secolo, i Normanni, nuovi padroni delle terre del Meridione d’Italia, dotarono il territorio da loro controllato di una serie di fortificazioni. La collina Altojanni si trova in una splendida posizione strategica da cui si domina visivamente una ampia parte del territorio circostante.
La collina è di forma allungata e orientata secondo l’asse est-ovest e presenta pendici piuttosto ripide tranne il lato orientale, l’unico che permetta un facile accesso. Lungo il lato nord della collina scorre il fiume Bradano mentre a sud il torrente Bilioso, affluente del primo.
Ricognizioni archeologiche della Soprintendenza della Scuola di Archeologia dell’UNIBAS nel 2006 hanno studiato le fortificazioni di origine normanna così come il centro abitato medievale che si sviluppò nelle sue vicinanze. Non è chiaro al momento attuale se le grotte con funzione abitativa rilevate lungo il costone nord della collina siano state frequentate in epoca precedente alla costruzione del maniero o ne siano la conseguenza. Nelle vicinanze di una sorgente tuttora utilizzato come abbeveratoio per il bestiame, si trovano i resti di una chiesetta mono-absidale. Ma la struttura della comunità e di come fosse strutturata non è ancora chiara anche perché i registri della località a fini fiscali da parte delle amministrazioni che si sono succedute nei secoli non riportano dati di facile interpretazione. In tutti i casi nel XVII secolo, per ragioni che sono tutte da verificare Altojanni sarà completamente abbandonato.
All'estremità occidentale della collina, nello stesso periodo (fine XI secolo) fu costruito un monastero, che a differenza del centro abitato sul lato est non fu abbandonato ma che al contrario nel XVI secolo fu gradualmente trasformato in ospedale per malati del fuoco di Sant’Antonio, scientificamente conosciuto come il morbo infettivo causato dal virus Herpes Zoster. La struttura è stata restaurata recentemente ed è stata anch’essa oggetto di indagine archeologica nel 2012.
La chiesa è conosciuta come Santuario di Sant’Antonio Abate o più semplicemente Sant’Antuono (per distinguerlo da Sant’Antonio da Padova) e si celebra la festa il lunedì e il martedì successivi alla Pentecoste anche se il giorno del Santo è il 17 gennaio. Il culto per Sant'Antuono, come lo chiamano da queste parti, è legato a narrazioni e tradizioni popolari: in passato veniva offerto al Santo un porcellino che era stato allevato dalla comunità. Oggi dei riti passati sono rimasti solo le tracce ma la devozione degli abitanti è rimasta immutata. Ogni anno un lungo pellegrinaggio di circa 3 km da Grottole porta tanti fedeli al santuario di Sant'Antonio. La camminata è molto suggestiva.